venerdì 19 dicembre 2008

ANDREA MENEGHIN "PROF" D'ECCEZIONE AL LICEO DELLO SPORT

«Lo studio è importante: ho avuto la sfortuna di smettere di giocare e la fortuna di tornare ad allenare il settore giovanile, ma se mi fossi infortunato prima avrei dovuto trovare un altro lavoro che non ero preparato a svolgere». Da qui l’invito che Andrea Meneghin ha rivolto agli studenti del nostro liceo a non sprecare l’opportunità loro offerta da una scuola che, come il “Pantani”, è attenta alle esigenze sportive dei ragazzi. E’ stato dunque l’astro della Pallacanestro Varese il “prof” d’eccezione che questa mattina ha chiuso le lezioni prima delle vacanze natalizie: l’incontro con il campione ha rappresentato una piacevole sorpresa per tutti gli alunni del liceo, riuniti al Palayamamay. Alcuni di loro, che praticano basket a livello agonistico, hanno anche avuto modo di mostrare le proprie doti sul campo, sfidandosi in un partita, sotto gli occhi dell’atleta varesino di chiara fama.
Presentato ai ragazzi come «un monumento dello sport» e «un mito» da Marco Caccianiga, responsabile della promozione sportiva per la città di Varese, il campione ha augurato agli studenti di avere successo nelle proprie discipline atletiche e di «raggiungere livelli planetari».

L’ex giocatore, che segue ora il settore giovanile della Pallacanestro Varese dopo 16 anni di carriera quasi tutti trascorsi in biancorosso eccetto una parentesi nella Fortitudo Bologna, non ha inoltre esitato a rievocare, su invito della coordinatrice del liceo Sara Ciapparella, alcune emozioni forti vissute, comprese quelle legate alle sconfitte. Come il malessere provato dopo quel tiro da tre punti mancato che costò al Varese la Coppa Italia: «Sono stato male una settimana», ha confessato Meneghin agli studenti, ammettendo comunque che anche «sensazioni negative» come quelle che si provano dopo un’occasione persa «sono irripetibili». Per il Menego, questo il suo nome di battaglia, non è stato neppure un peso avere alle spalle un’eredità come quella del padre, il famosissimo cestista Dino Meneghin: «All’inizio in tanti fanno paragoni, ma poi diventa soltanto un caso». Il rapporto tra padre e figlio è stato invece caratterizzato da «un positivo e normale confronto».
La stella del basket non si è infine sottratta a una curiosità dei ragazzi: curiosità di cui si è fatto portavoce Maurizio Melocchi, docente di attività motoria: «Qual è il miglior cestista di tutti i tempi?». Tre i nomi preferiti da Meneghin: «Tra gli italiani, mio padre; tra gli stranieri, Michael Jordan; tra i giovani Nicolò Melli di Reggio Emilia».

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