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lunedì 28 febbraio 2011

MAX PISU: "LA COMICITA' E' INNATA, MA VA FORMATA"

«E’ importante una scuola dello spettacolo, perché oggi tutti pensano che si possa andare in televisione senza avere alcuna preparazione»: questo il messaggio rivolto questa mattina agli studenti dell’istituto da Max Pisu. Il noto attore e cabarettista, conosciuto soprattutto grazie a popolari trasmissioni televisive come “Zelig”, ha tenuto una lezione riservata agli alunni del liceo dello Spettacolo, per poi incontrare subito dopo, nell’arena centrale del Palayamamay, anche gli allievi del liceo dello Sport “Marco Pantani” e delle scuole superiori di moda e grafica “Olga Fiorini”.
Secondo il professionista, reso celebre dall’interpretazione del personaggio di “Tarcisio”, l’aiutante tuttofare che affianca il prete in ogni parrocchia, l’arte del cabaret è un talento innato, che va coltivato: «Comici non si diventa, ma si nasce: la comicità devi averla dentro». In ogni caso, «per svolgere davvero bene questo lavoro non basta essere simpatici: bisogna studiare e prepararsi», ha sottolineato ancora Pisu, che non ha mancato di dare un saggio della propria arte, esibendosi in un numero divertentissimo davanti agli studenti. Fra l’altro, in un mondo dello spettacolo dove spesso si afferma l’apparenza, il cabaret è meno legato a quello che Pisu ha definito «il fatto estetico: per la comicità, a volte, la bellezza può essere una cosa negativa, perché uno deve anche sapersi abbruttire».
L’incontro di stamattina è stato inoltre l’occasione per presentare l’ultimo spettacolo di Max, “Amnesie”, in scena martedì 8 marzo al teatro Galleria di Legnano: un copione capace di mettere a nudo, attraverso la comicità, il cinismo spesso sotteso a tanti luoghi comuni che appartengono alla vita quotidiana.

martedì 23 novembre 2010

APRE A BUSTO ARSIZIO IL PRIMO LICEO DELLA MODA IN ITALIA

Sarà il primo liceo italiano per aspiranti stilisti quello che sarà attivato il prossimo anno dagli istituti “Olga Fiorini” di Busto Arsizio. La storica scuola di via Varzi amplia così a 360 gradi la propria offerta formativa in un settore che da oltre 50 anni è il suo fiore all’occhiello e che permetterà ora di scegliere fra ben tre percorsi: l’originale indirizzo liceale si aggiunge, infatti, all’istituto tecnico del sistema Moda e al corso professionale per Operatore dell’abbigliamento.
Il nuovo liceo della Moda e Design, nella città che è stata la Manchester d’Italia, si colloca all’interno del curriculum ministeriale delle Scienze umane, uno dei sei indirizzi in cui è stata riordinata l’istruzione liceale. In questo modo, come spiega la signora Olga Fiorini, fondatrice e anima dell’istituto, «si risponde alle esigenze del mercato, che richiede non solo competenze tecniche e professionali, ma anche apertura culturale e capacità creative»: si tratta di promuovere, in altre parole, la cosiddetta “cultura della moda”. Grazie all’autonomia scolastica, nel piano di studi, che non prevede il latino, sono state inserite le materie opzionali: disegno di moda, con lo scopo di progettare collezioni sia di capi d’abbigliamento sia di accessori, fashion design, storia della moda e del costume, marketing e sociologia della moda, tecnologia dei materiali-modellistica integrata e laboratorio cad di grafica-design. Non mancheranno visite ad atelier e aziende, incontri con stilisti, imprenditori e altri personaggi legati al mondo della moda, oltre all’alternanza tra scuola e lavoro.
L’apprendimento delle discipline del settore si coniugherà con quello delle materie umanistiche, i cui programmi saranno adattati alle esigenze di chi sceglie questo percorso scolastico, mirato a sviluppare, osserva ancora la signora Olga, «abilità progettuali e sensibilità culturale, potenziando la capacità di interpretare in maniera globale la realtà del mondo di oggi». Una preparazione che consentirà l’accesso a qualsiasi università, in particolare alle facoltà dell’area sociale e umanistica.Accanto al percorso della moda, il liceo delle Scienze umane, che sarà presentato in occasione degli Open day di sabato 27 novembre e sabato 15 gennaio dalle 14.30 alle 18, manterrà l’indirizzo dello spettacolo, ormai collaudato. Anche in questo caso, niente latino e spazio alle materie del settore: teatro e recitazione, musica e canto moderno, danza ed espressività corporea. Sono inoltre previste lezioni tenute da professionisti e artisti qualificati: sono intervenuti, tra gli altri, Luca Marino, bustocco finalista a Sanremo Giovani, e Jacopo Sarno, volto italiano di Disney Channel, nei cui studi gli alunni hanno poi partecipato alle registrazioni del programma “Sketch Up”. La visita a realtà legate allo spettacolo e la presenza a importanti rappresentazioni, come il musical “Mammia Mia” cui i ragazzi assisteranno a Milano, rientrano infatti nella proposta formativa, comprendente anche inglese e spagnolo. Si punta così, sottolinea il coordinatore Luigi Iannotta, «non tanto a formare professionisti, quanto a sviluppare abilità spendibili nei vari campi, tra cui quello artistico, nei quali gli studenti vorranno lavorare»: abilità di cui gli alunni danno prova nel corso di un saggio a fine anno.

giovedì 3 giugno 2010

JACOPO SARNO AGLI STUDENTI: "IL SUCCESSO E' VIVERE DI CIO' CHE SI AMA"

Il successo non è la fama, ma «poter vivere tutta la vita del mestiere che ami: non c’è un lavoro più dignitoso di altri, dal fioraio alla rockstar». Questo il messaggio che Jacopo Sarno, riprendendo le parole di uno dei suoi maestri, Saverio Marconi, ha lanciato oggi agli studenti del liceo dello Spettacolo, che ha incontrato al Palayamamay insieme ai loro compagni del biennio dell'indirizzo sportivo e delle scuole di moda e grafica.
Attore, cantante, doppiatore, il giovane artista milanese, 20 anni, molto noto come volto di Disney Channel e per aver interpretato a teatro il protagonista di “High School Musical”, è l’esempio di chi è riuscito a trasformare in una professione quello che sin da piccolo era per lui un gioco. «La prima volta che mi sono trovato davanti a una telecamera ho iniziato a ridere», ha infatti raccontato Jacopo, che da bambino, mentre frequentava anche la scuola di musica sotto casa, aveva iniziato per caso a partecipare ad alcuni spot pubblicitari con gli amici di mamma: «Mi divertivo a fare i provini: a volte andavano bene, altre no, ma per me era un gioco».
A 6 anni è stata poi la volta del cortometraggio “Il soffitto”, per il quale è stato premiato come miglior interprete al festival del cinema di Messina, e delle sit-com, che «mi hanno insegnato molto». E gli hanno svelato che il «segreto per poter recitare è trovare dentro di sé quella chiave che fa scaturire le emozioni».
Arriva, però, un’età in cui il gioco si fa serio, perché «intorno agli 11 anni, quando non hai più la voce di prima e sei cambiato anche fisicamente, ti rendi conto che per fare il lavoro che sogni devi studiare». Jacopo ha così iniziato a frequentare vari corsi di recitazione, dizione e musical.
Se il suo inizio artistico è stato dunque all’insegna della recitazione, visto che ha «sempre sognato di fare l’attore», Sarno non ha mai mancato di coltivare la passione per la musica, che «è sempre stato un gioco: per me scrivere canzoni è un po’ come scrivere un diario, è una necessità, perché è il mio modo di esprimermi». In altre parole, è la vita di Jacopo, che lo scorso anno ha pubblicato il suo primo album, “1989”: «Non so se ne uscirà un secondo, ma sicuramente non smetterò di scrivere canzoni: piuttosto le faccio ascoltare alla nonna, alla quale piace sempre sentirmi cantare».

L’occasione per conciliare le sue due grandi passioni è arrivata a 15 anni con la partecipazione al musical “Datemi tre caravelle”, in cui interpretò il ruolo di Diego Colombo, figlio del grande esploratore. «Un’esperienza pazzesca»: così l’ha definita Jacopo, per il quale lo spettacolo diretto da Gianni Quaranta è stata «una nuova spinta nel momento in cui la mia prima band si era sciolta: non amo molto le frasi fatte, ma è il caso di dire che si è chiusa una porta e si è aperto un portone. Mi chiedevo: perché il mio sogno è finito? E poi il giorno dopo mi sono trovato sul palco con un regista da premio Oscar». Nel musical toccò inoltre a Jacopo cantare la canzone finale, scritta in origine per Claudio Baglioni: «Durante la prima al Teatro greco di Taormina avevo le gambe che mi tremavano e non capivo più niente».
Fu proprio lì che venne notato da due grandi manager della Emi, che gli proposero di realizzare un album, tentando con due diversi produttori, i quali non mandarono in porto il progetto. Nel frattempo, era svanito anche il sogno della partecipazione a un altro musical.
L'opportunità decisiva gli fu quindi offerta da Disney Channel, che lo chiamò per una puntata di “Fiore e Tinelli” e per la serie “Quelli dell’intervallo”. Da lì «hanno deciso di investire su di me»: ed è così arrivato il contratto con Disney Records per il disco. Nel frattempo, Jacopo ha partecipato ai provini per “High School Musical”: il giovane interprete è piaciuto a Saverio Marconi, fondatore e regista della Compagnia della Rancia, che ovviamente ha ottenuto subito il benestare della Disney.
E’ questa la dimostrazione che, «se credi nel tuo lavoro, la situazione si ribalta a tuo favore, anche se questo mestiere è una faticaccia». Lo sa bene Jacopo, che con High School Musical ha girato l’Italia per un totale di 261 repliche, con una media di 8 spettacoli a settimana. Nel frattempo, è riuscito a diplomarsi al liceo classico e a iniziare l’università, dove studia filosofia: del resto, «se qualcosa ti piace, il tempo lo trovi: e, quando non avevo più tempo, ho trovato il modo di studiare alcune materie senza dover sempre riprendere in mano i libri».
Nei mesi scorsi Jacopo ha inoltre vissuto «l’emozione pazzesca» di aprire i concerti dei Jonas Brothers in Italia: «Quando ho sentito l’urlo della gente che li aspettava, ho capito di aver raggiunto qualcosa di veramente importante». Un urlo che, «sentito sotto il palco, fa veramente paura, ma quando poi sali è più facile: fai il tuo lavoro come l’hai sempre fatto».
Quello di Jacopo, cui la notorietà non ha dato per niente alla testa, è dunque un curriculum caratterizzato da «tanta gavetta, che è la cosa più importante per costruire un percorso valido: è fondamentale mettercela tutta e studiare». Un percorso nel quale non sono mancate le frustrazioni, che danno comunque «la forza di raggiungere un obiettivo». Per questo non bisogna lasciarsi abbagliare dalle illusioni dei talent-show, dove «si sente sempre parlare di sogni: io preferisco la metafora del viaggio, perché quando sogni devi avere la coscienza di quello che fai. Quando incidi un disco non è detto che diventi ricco e famoso: la fama è qualcosa di totalmente passeggero». Soprattutto nel contesto attuale, in cui «spesso un artista dura un anno e poi è finito, perché se si scarica illegalmente la musica invece di comprarla, non c’è più il giro di denaro per fare i dischi: li fa chi ha già i soldi».
D’altra parte, «ogni mestiere comporta degli obiettivi per cui uno deve lottare: obiettivi che devi essere capace anche di cambiare o aggirare perché non è detto che tutto vada sempre bene». Per affrontare le difficoltà e «raggiungere la felicità» Jacopo trova un punto di riferimento sia nel suo credo cattolico sia nell’approfondimento della filosofia, in particolare di quella socratica e orientale: nel buddismo, per esempio, «la parola “ostacolo” letta al contrario significa opportunità: se insegui delle buone cause, avrai un buon raccolto». Insomma, bisogna essere capaci di vedere i problemi un po’ come «il rovescio di un ricamo: se guardi dall’altra parte, scopri un disegno davvero bello».
Da qui la conclusione: «Non sei importante quando sei famoso: la tua importanza si misura sull’importanza che ti danno le persone che ti amano».
La scuola è stata quindi felice di poter consegnare a Jacopo una donazione per un’associazione di volontariato che gli sta molto a cuore: Change onlus, organizzazione di medici che operano gratuitamente in Madagascar, ma anche nella Repubblica Dominicana e ad Haiti, a favore delle popolazioni bisognose. Chi vuole informarsi e contribuire a quest’opera umanitaria può consultare il sito internet www.change-onlus.org. Rispondiamo inoltre all’invito di Jacopo a far conoscere l’attività dell’associazione anche attraverso Facebook: basta collegarsi alla pagina
http://www.facebook.com/pages/CHANGE-Onlus/295607938975, selezionando le voci “Mi piace” e “Condividi”.

mercoledì 19 maggio 2010

DEBUTTO SUL PALCOSCENICO PER GLI STUDENTI DEL LABORATORIO TEATRALE

Debutto sul palcoscenico per gli studenti del liceo dello Spettacolo e degli istituti superiori “Olga Fiorini”: gli alunni della scuola bustocca hanno interpretato al Teatro del Popolo di Gallarate un copione tratto dal famoso romanzo di Ray Bradbury “Fahrenheit 451”. “Burn” è il titolo dell’opera messa in scena nell’ambito del festival Laiv Action, organizzato dalla Fondazione Cariplo come momento finale di verifica del progetto Laiv (Laboratorio delle Arti Interpretative dal Vivo).
Lo spettacolo è ambientato in un possibile futuro nel quale, per volontà popolare, i libri sono stati banditi ed è stato creato un corpo di vigili del fuoco che hanno come compito quello di bruciare tutti i volumi in circolazione e di deportare gli incauti possessori. La messinscena si avvale di una scenografia essenziale, fatta di torri di libri e di un barile, che rievoca i falò. Gli attori, Davide Bordin, Giovanni Cabiola, Samantha Gaspari, Sara Giovinazzi, Federico Siragusa, Francesco Spensatello, tutti alla prima esperienza, hanno dato buona prova di sé, interpretando con convinzione e precisione i personaggi loro affidati.
Lo spettacolo ha riscosso un certo successo ricevendo i complimenti del pubblico, costituito per lo più dagli studenti delle altre scuole impegnate nelle rappresentazioni, e anche quelli degli organizzatori. Non è mancato, al termine del pomeriggio, un buffet offerto dalla Fondazione ai ragazzi.
Lo spettacolo andrà nuovamente in scena il 30 maggio in seno alla rassegna “Assicurarsi ai sedili”, patrocinata dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano e dall’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo), nella sezione dedicata alle scuole. La manifestazione, che avrà come teatro il Parco dei Fontanili a Rho, con ingresso da via San Martino, prenderà il via alle 14.30 e si concluderà alla sera con un momento conviviale, caratterizzato da un buffet e dalla rappresentazione di una compagnia di professionisti, entrambi offerti dall’organizzazione. Sono ovviamente invitati tutti gli studenti dell'istituto insieme alle loro famiglie.

sabato 5 dicembre 2009

IN TRASFERTA SUL VERBANO PER METTERE IN SCENA LUCREZIO

Trasferta teatrale sul lago Maggiore per gli studenti degli istituti superiori “Olga Fiorini” e del liceo “Marco Pantani”, che hanno messo in scena oggi all’Auditorium di Maccagno uno spettacolo ispirato al poeta latino Lucrezio. La performance “… il perenne divenire del cosmo” è stata realizzata e allestita da 22 ragazzi nel corso della Learning week, un'intensa settimana residenziale di studio, che nei giorni scorsi li ha coinvolti nell’approfondimento di varie discipline artistiche: teatro, musica, pittura e video proiezione. Nonostante gli allievi siano alla prima esperienza nel mondo dello spettacolo, è stato possibile raggiungere questo risultato grazie all’aiuto di esperti quali Antonio Zanoletti, attore del Piccolo Teatro di Milano, Fabio Battistini, regista, costumista e scenografo, Sandro Pignataro, violinista e direttore d’orchestra, e il pittore Sandro Bardelli.
Il filo conduttore di questo progetto, promosso in occasione dell'anno internazionale dell'astronomia, è stato il poema De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro, da cui sono stati estrapolati i brani del copione. Alla presenza dei loro genitori e del sindaco di Maccagno Fabio Passera con l’assessore alla Cultura Andrea Maccario, i ragazzi hanno reso partecipe il pubblico del risultato del proprio impegno regalando un’ora di recitazione, danza e canto, accompagnati da una video proiezione che ha mostrato i lavori pittorici eseguiti durante la settimana di studio, insieme a fotografie di scorci della natura scattate da loro stessi, intercalate da immagini astronomiche gentilmente concesse dalla Società Astronomica “Schiaparelli” di Varese.
Il Progetto “Lucrezio”, nella sua valenza didattica e formativa, grazie alla multidisciplinarietà dei suoi contenuti, è diventato dunque uno dei percorsi formativi inseriti nel programma delle Learning week finanziate dalla Regione Lombardia: una di queste è quella che si è svolta all’Auditorium “Città di Maccagno” dal 30 novembre al 5 dicembre con i ragazzi della scuola bustocca.

venerdì 4 dicembre 2009

MARTINA RADRIZZANI E MICHAEL GRASSINI PRIMI NELLA CAMPESTRE D'ISTITUTO

Sono due studenti di IV B, Martina Radrizzani e Michael Grassini, i vincitori assoluti della corsa campestre d'istituto, che ha visto in tutto ben 76 partecipanti.
Nella categoria juniores femminile Radrizzani, al primo posto con 10 minuti e 48 secondi, ha battuto per pochi decimi la compagna di classe Gaia Accoto, mentre ha concluso in terza posizione Alessandra Lazzarin di II A (11’10’’). Tra le allieve ha invece vinto Federica Chisari, con 10’55’’, seguita da Elisa Renna (11’15’’) e Martina Crespi (11’20’’).
Nella gara maschile ha dunque trionfato Grassini, che nella categoria juniores con 11’17’’ ha anticipato di 23 secondi Andrea Lazzati di V grafico, classe cui appartiene anche il terzo classificato, Aaron Volpi (11’53’’). Nella categoria allievi il migliore è stato invece Andrea Notaro, di II grafico (12’02’’), seguito dai liceali Davide Pogliana, alunno di II B (12’07’’), e Davide Sanna di I A (12’ 33’’).

venerdì 27 novembre 2009

PROFESSIONE CANTANTE: IL LICEO INCONTRA ISABELLA CASUCCI

Sono diverse le possibilità professionali che si spalancano davanti a chi decide di lavorare nel mondo della musica. Ne è un esempio Isabella Casucci, che ha incontrato gli studenti di tutte le classi del liceo dello Spettacolo, raccontando loro la propria esperienza professionale, allo scopo di illustrare le svariate opportunità lavorative che ha una cantante. Lo dimostrano le tappe che hanno contraddistinto il suo brillante percorso artistico: dai tour che l’hanno vista impegnata insieme a celebrità come Giorgia, Fiorella Mannoia e Anna Oxa fino ai jingle pubblicitari, dai turni in studio di registrazione alle serate nei locali, passando per l’esperienza corale che prosegue tuttora nella formazione “Ancore d’aria ensemble” di Oskar Boldre.
Alla luce di una carriera di tutto rispetto come quella di Isabella Casucci, per gli alunni del “Pantani” è stato dunque un onore poter assistere a una piccola esibizione live della cantante (con l'insegnante di musica Marilena Anzini nella foto sopra), alla quale hanno anche rivolto diverse domande, vedendo così soddisfatte molte delle loro curiosità.

venerdì 13 novembre 2009

GLI STUDENTI DEL "PANTANI" IN ONDA DOMANI SU RAIDUE

C'era anche la classe terza del liceo dello Spettacolo, ieri pomeriggio, tra il pubblico del programma "Scalo 76 Talent", che andrà in onda domani, sabato 14 novembre, a partire dalle 16 su Raidue. Durante la trasmissione condotta da Lucilla Agosti e Alessandro Rostagno, gli studenti hanno avuto l'occasione di assistere a una gara di “talento” tra i conduttori televisivi Fabio Fazio e Piero Chiambretti, all’intervento del critico d’arte nonché sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi e a un’esibizione di Cesare Cremonini, che ha cantato una canzone e un medley tratto dal suo ultimo album.
«E’ stata un’esperienza divertente e interessante», come la definisce Luigi Iannotta, docente di teatro e recitazione e coordinatore del liceo dello Spettacolo: la presenza negli studi Rai di corso Sempione ha infatti permesso ai ragazzi di «rendersi conto “dal vivo” dei meccanismi che regolano il funzionamento di uno dei mezzi di comunicazione più influenti e la costruzione di una trasmissione televisiva».

HIP HOP E TRAINING FISICO AL LICEO DELLO SPETTACOLO

Hip hop e training fisico: queste le due attività nelle quali si sono cimentati gli studenti di prima e seconda del liceo dello Spettacolo. Il percorso formativo è stato realizzato grazie all’intervento di due esperti, che hanno permesso agli alunni del biennio di acquisire alcune tecniche di danza ed espressività corporea che caratterizzano l’indirizzo scolastico.
La classe prima ha così potuto apprendere gli elementi di base dell’hip hop, termine che designa diversi stili di danza appartenenti alla cultura omonima e differenti tra loro per esplosività, velocità di esecuzione, blocco del movimento articolare e capacità acrobatiche. Gli allievi sono stati guidati dall’esperto Matteo Chierichetti, già coreografo, ballerino e attore allo Zelig di Milano e ora nel corpo di ballo della compagnia “Athletic dance theatre Kataklo”.
I ragazzi di seconda hanno invece imparato alcuni esercizi fondamentali del traininig fisico: il corpo, infatti, è uno dei veicoli principali utilizzati dall’attore per esprimere la propria arte e deve quindi essere preparato in modo adeguato alla sua funzione. A introdurre gli alunni a questa pratica è stato Fabio Groppo, attore diplomato alla scuola d’arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano: si tratta di un affermato interprete, che ha alle spalle anche un’esperienza come cabarettista e mimo e che ha partecipato a importanti produzioni quali “La tempesta” di Shakespeare e “Il gabbiano” di Cechov.

lunedì 9 novembre 2009

NANDO SANVITO AI NOSTRI STUDENTI: "LO SPORT RIVELA COM'E' FATTO L'UOMO"

«Il cancro è stata la cosa più bella che mi potesse capitare: senza il cancro non avrei mai vinto il Tour». Sono parole del ciclista Lance Armstrong, ripetute questa mattina da Nando Sanvito, che ha incontrato gli studenti del “Pantani”: per due ore il noto giornalista di Mediaset ha a dir poco incantato gli alunni delle classi terze e quarte raccontando significative storie di sport dalle quali trarre lezioni di vita.
«La forza dell’imprevisto»: questo il titolo delle vicende presentate da Sanvito attraverso alcuni filmati. Quell’imprevisto, il cancro, che ha permesso di vincere ben sette edizioni del Tour al campione texano, il quale rappresenta anche «l’emblema di com’è fatto l’uomo: capace delle imprese più nobili ed eroiche e delle azioni più abiette e schifose, che per fortuna non sono l’ultima parola su di noi». Fu Armstrong, infatti, il corridore che nel 1995 indicò il cielo tagliando il traguardo per ricordare il compagno di squadra Fabio Casartelli tragicamente morto in discesa pochi giorni prima, ma fu sempre lui a umiliare, al Tour del 2004, l’italiano Filippo Simeoni, “reo” di aver coinvolto in un’inchiesta sul doping «il medico al quale si riferiva l’elite del ciclismo mondiale».

L’imprevisto è anche ciò che ha sconvolto i piani di partite già decise a tavolino, come hanno dimostrato in modo clamoroso le registrazioni proiettate dal giornalista. Ma che ha anche consentito al grande calcio di ritrovare un ragazzo bresciano scappato di casa: «Francesco torna», si leggeva infatti sulla maglietta esibita dal difensore Daniele Adani sotto i colori nerazzurri subito dopo il goal segnato al ’95 nella semifinale di Coppa Italia del 2004. Una rete che portò la partita ai supplementari, spingendo il 16enne interista, che assisteva al match della sua squadra del cuore nel bar della stazione ferroviaria di Genova, a farsi identificare. Solo l’ex calciatore del Brescia, tra i giocatori in campo quella sera, aveva indossato una delle magliette lasciate negli spogliatoi dal padre, disperato, di Francesco. E proprio lui, in zona Cesarini, realizzò quel goal, l’ottavo della sua carriera: da allora non ne ha più segnato uno. In quel minuto, fra l’altro, i dati dell’Auditel toccarono un picco di 13 milioni di spettatori, «contro ogni regola del marketing». Insomma, tutto questo «non poteva essere casuale», ma solo opera di «una regia dall’alto: la vita è una drammatica partita a ping-pong tra la nostra libertà e questa Regia con la “R” maiuscola».
In questa relazione, ha continuato Sanvito, si inserisce anche la vittoria del Brasile contro la Germania alla finale mondiale del 2002, quando nello stadio giapponese calò il silenzio nel momento in cui l’intera delegazione brasiliana si inginocchiò per recitare il Padre nostro: «un gesto di gratitudine» che, ha sottolineato il giornalista, non può non colpire in «uomini arrivati al “clou” della loro carriera». Non è casuale, infatti, il fatto che «più gli atleti hanno una coscienza religiosa, più assumono un atteggiamento responsabile: molti di loro hanno dato vita a fondazioni per aiutare i bambini delle favelas».
Lo sport è metafora della vita anche nella sconfitta, della quale «ciascuno di noi fa quotidianamente esperienza». Ne è la dimostrazione la commovente storia dell’atleta nigeriano Francis Obikwelu, velocista in pista per il Portogallo dopo essere stato costretto a fuggire dall’Africa e aver lavorato come muratore. Ritornato a correre, arrivò secondo agli Europei del 2002 dietro l’inglese Dwain Chambers poi squalificato per doping. Fu quindi colpito da un infortunio al ginocchio che sembrò la sua fine: guarito, conquistò l’argento alle Olimpiadi del 2004, dietro l’americano Justin Gutlin, anche questo in seguito squalificato per 8 anni per uso di sostanze dopanti. In seguito medaglia d’oro nei 100 e 200 metri agli Europei del 2006, segue ora una fondazione a favore dei bambini nigeriani: per dirla in breve, «uno che si considerava sconfitto dalla vita è tornato a essere protagonista». Simile alla sua la vicenda di Sandro Gamba, allenatore della nazionale di basket campione d’Europa nel 1983: diventò una stella dello sport utilizzando la pallacanestro come terapia riabilitativa per la mano, che rischiò di essere amputata, spappolata dall’esplosione di un ordigno a Milano il 25 aprile 1945. Sviluppò quindi un’abilità incredibile con entrambe le mani nel palleggio, spiazzando gli avversari: è così che «una disgrazia, invece di una condanna, diventa il miglior alleato per il tuo successo». Lo stesso vale per Ezio Tricoli, che fondò la prestigiosa scuola di scherma di Jesi, quella della campionessa olimpica Valentina Vezzali, dopo aver imparato questo sport nel lager dove fu rinchiuso per 7 anni.

E poi la leggendaria impresa di Dorando Pietri (immortalato qui sopra nella foto più celebre della storia dello sport) alle Olimpiadi di Londra del 1908: squalificato dopo aver tagliato per primo il traguardo sorretto dagli organizzatori, fu premiato dalla regina Alessandra e invitato poi negli Stati Uniti dagli italoamericani per una rivincita contro il vincitore olimpico Jhonny Hayes, che Pietri sconfisse, aggiudicandosi nei mesi successivi una serie incredibile di corse e maratone e diventando l’atleta più ricco del tempo. Morale della favola: «Oggi nessuno si ricorda più di Hayes, mentre tutti ricordano Dorando Pietri: non c’è stata sconfitta più vittoriosa della sua». L’imprevisto ha giocato anche nell’incredibile impresa di Igor Cassina, che conquistò la medaglia d’oro ad Atene 2004 con uno spettacolare doppio salto mortale con avvitamento. Un esercizio che il ginnasta aveva inventato a 13 anni e poi abbandonato per la sua altezza, oltre un metro e 80: troppo per non rischiare di toccare la sbarra. Grazie all’insistenza del suo allenatore, Igor si convinse, però, a preparare l’esibizione per l’Olimpiade: quando il gran giorno arrivò, nel palazzetto scoppiò una lite per un voto assegnato dalla giuria in un’altra disciplina. Il clima ideale, ha osservato Sanvito, «per deconcentrare un atleta»: nelle ore prima della gara, infatti, Cassina provò quattro volte il movimento e quattro volte lo sbagliò. Al suo momento, invece, «l’ha fatto giusto»: segno che «dentro un rapporto educativo, come quello tra allenatore e atleta, riusciamo a superare persino i nostri stessi limiti fisici».
Filo conduttore di tutte queste storie è dunque l’imprevisto, definito dal giornalista come «ciò che illumina il previsto: della vita non siamo padroni». Una vita che «possiamo affrontare in due modi: o pensiamo che siamo noi a stabilire le regole, cadendo in depressione quando la realtà ci delude, oppure siamo umili e simpatetici con la realtà, che si rivela la nostra grande educatrice anche quando è apparentemente contro di noi». In questo caso, «l'esistenza sarà fonte di sorpresa, gratitudine e stupore: saremo innamorati della vita».










mercoledì 7 ottobre 2009

INIZIO D'ANNO A RITMO DI DANZA PER IL LICEO DELLO SPETTACOLO

E’ cominciato a ritmo di danza, nel vero senso della parola, il nuovo anno scolastico per gli studenti del liceo dello Spettacolo, che hanno partecipato a un laboratorio di balli irlandesi. Nell’ambito della manifestazione “Busto folk”, promossa con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Busto Arsizio, gli alunni di prima, seconda e terza hanno avuto, infatti, l’opportunità di essere coinvolti da protagonisti in un’iniziativa promossa dall’Accademia di Danze irlandesi “Gens d’Ys”. I ragazzi hanno così potuto assistere a uno spettacolo messo in scena da ballerini professionisti, che hanno poi insegnato agli allievi del “Pantani” i passi base di due danze della tradizione gaelica: danze che gli studenti sono stati in grado di ballare senza particolari difficoltà.
Oltre che un modo per introdurre gli alunni allo studio delle materie d’indirizzo, il laboratorio si è rivelato, come spiega il coordinatore del liceo dello Spettacolo Luigi Iannotta, «un’ottima occasione per favorire la conoscenza reciproca fra i nuovi iscritti e per creare affiatamento e amalgama tra gli studenti».
Nei video che seguono vengono proposti alcuni momenti dell’esibizione degli allievi.




martedì 16 giugno 2009

ZATTERA, PONTE TIBETANO E NOTTE IN TENDA: UNA SETTIMANA DI SFIDE PER TERZA E QUARTA LICEO

E’ stata un’avvincente sfida con sé stessi, con le proprie paure e incertezze, oltre che un modo per scoprire le qualità nascoste di ciascuno. Era questo, infatti, uno degli obiettivi fondamentali della “Learning week”, che ha coinvolto nei giorni scorsi gli studenti di terza e quarta liceo: tra le pendici delle montagne di Porlezza, sul lago di Lugano, i ragazzi del “Pantani”, insieme ad alcuni coetanei dello scientifico "Arturo Tosi" di Busto Arsizio e del linguistico "Rosetum" di Besozzo, hanno trascorso una settimana caratterizzata da diverse attività d’apprendimento dedicate allo “Sviluppo dell’intelligenza emotiva”.
Seguiti da due qualificati esperti, Gianluca Lotti e Francesco D’Alessio, e accompagnati da altrettanti insegnanti dell’istituto, che hanno svolto il ruolo di tutor, gli allievi si sono dunque cimentati in entusiasmanti sfide, tra le quali alcune prove di totale fiducia nei confronti dell’altro, l’attraversamento del lago a bordo di una zattera e la costruzione di una gigantesca ragnatela (nella foto), sperimentando anche l’ebbrezza di stare in equilibrio in gruppo su appena tre mattoni. Tutte sfide che hanno richiesto la capacità di ascoltarsi a vicenda per trovare di volta in volta la soluzione più adatta.
Davvero avventurosa, poi, la notte nell’accampamento allestito dagli studenti stessi, dopo una giornata trascorsa a superare prove a punti per guadagnarsi pranzo e cena: tra queste il brivido del ponte tibetano e del camminare in equilibrio su una fune. Non sono mancati momenti di divertimento, come il bagno nel lago e nel torrente, e di distensione, anche attraverso la pratica dello yoga, oltre a incontri di riflessione. Uno di questi è stato il brief serale intorno al fuoco dopo la grigliata serale che ha preceduto il pernottamento in tenda: un’occasione che ha permesso ai ragazzi di apprezzare le qualità dei propri compagni e di rafforzare in questo modo la stima reciproca.
L’iniziativa organizzata dall’Associazione culturale Olga Fiorini (Acof) e finanziata dalla Regione Lombardia ha inoltre aiutato gli studenti a condividere la vita quotidiana, preparando i pasti e curando la pulizia e l’ordine degli alloggi.
Nel video alcuni tra i momenti più significativi della "Learning week".

lunedì 11 maggio 2009

ANDREA PALVARINI E ALESSANDRO BIANCHIN CAMPIONI EUROPEI NELLE PARI OPPORTUNITA'

Ben due studenti del liceo dello Sport sono tra i vincitori del concorso «L’Europa come garanzia delle pari opportunità», indetto dalla Casa d’Europa di Gallarate. La competizione ha visto gli alunni delle classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori della provincia di Varese cimentarsi nella stesura di un tema riguardante il ruolo dell’Unione europea nel promuovere la parità tra i sessi, soprattutto in campo lavorativo e culturale.
La cerimonia che si è svolta questa mattina, lunedì 11 maggio, nell’aula magna dell’Isis "Don Lorenzo Milani" di Tradate, stracolma di allievi e insegnanti, ha assegnato il primo premio ad Andrea Palvarini, che frequenta la classe terza C del nostro liceo, e a Eleonora Prevedello, alunna della quarta A Igea dell'istituto tradatese. Il “Pantani” si è aggiudicato anche il terzo posto, conquistato da Alessandro Bianchin, studente di quarta. A testimonianza dell’impegno portato avanti dai due istituti nella formazione dei ragazzi a un maggior senso di appartenenza alla comunità europea, anche nell’ottica della nuova disciplina “Cittadinanza e Costituzione”, introdotta dal ministro Mariastella Gelmini.
Presente l’europarlamentare Cristiana Muscardini, che non ha voluto perdersi l’appuntamento organizzato in occasione della festa dell’Europa del 9 maggio, caduta quest’anno di sabato: motivo per cui la cerimonia è stata spostata a questa mattina. La deputata di Strasburgo ha quindi espresso l’augurio che la ricorrenza comunitaria possa presto trasformarsi in «una festa ufficiale come quelle nazionali, che comporti la sospensione della scuola e del lavoro, in modo da farla diventare un’opportunità d’incontro tra i cittadini dei diversi Paesi dell’Ue».
Salvatore Pignatelli, presidente della Casa d’Europa di Gallarate, ha invece sottolineato «il lodevole impegno degli studenti su un tema fondamentale come quello delle pari opportunità». Non è inoltre mancato Mauro Ghisellini, consulente del ministro Gelmini e vicepresidente dell’ente gallaratese nato nel 1980 con lo scopo di promuovere un’azione educativa che faciliti lo sviluppo di una coscienza europea, superando i particolarismi e i nazionalismi. Del consiglio direttivo della Casa d’Europa fa parte anche Adriana Battaglia, alla quale è toccato il compito di proclamare i nomi dei vincitori.

giovedì 30 aprile 2009

ARRAMPICATA, YOGA E PSICOLOGIA: L'AVVENTUROSA "LEARNING WEEK" DELLA QUINTA LICEO

Sono stati sei giorni all’insegna dell’avventura quelli vissuti dagli studenti di quinta liceo, che hanno partecipato alla learning week in Val Masino. Una settimana dedicata allo «Sviluppo dell’intelligenza emotiva attraverso lo sport»: questo il titolo del progetto che ha visto gli alunni dell’istituto cimentarsi in attività sportive come l’arrampicata in parete e la successiva discesa con la corda, ma anche in pratiche introspettive quali lo yoga e in percorsi cognitivi, centrati soprattutto sulla psicologia della prestazione e in particolare sul tema della resilienza intesa come capacità di saper individuare e superare i propri limiti. Accompagnati dall’insegnante di psicologia, che ha rivelato le sue doti di abilissima atleta, i ragazzi sono stati seguiti durante l’intera settimana da un tutor, affiancato da un team di qualificati esperti.
L’esperienza, giudicata positiva da tutti i partecipanti, ha così ulteriormente arricchito l’offerta formativa del liceo della comunicazione a indirizzo sportivo, aiutando gli studenti a sviluppare competenze e metodologie di lavoro che domani potrebbero costituire la materia specifica della loro professione. Tant’è vero che uno degli obiettivi fondamentali dei progetti di learning week, gestiti dalla società Entertraining per conto della direzione generale Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, è proprio quello di favorire la scoperta e la valorizzazione di capacità personali che difficilmente emergono durante il tradizionale percorso scolastico. Capacità da poter poi spendere in modo proficuo nel successivo impegno universitario così come nel mondo del lavoro.
La learning week attende ora le tre classi terze e la quarta, che avranno modo di vivere un'avventura simile subito dopo la conclusione dell'anno scolastico, mentre gli studenti di quinta saranno impegnati sulle «sudate carte» dell'esame di maturità.
Nel video alcune significative immagini della settimana in Val Masino.

giovedì 2 aprile 2009

SICUREZZA AL VOLANTE, GLI STUDENTI INCONTRANO LA POLSTRADA E I PROFESSIONISTI DEL 118

«Non bisogna bere troppo non perché lo dice la legge, ma perché non si deve». Questo il monito lanciato stamattina, giovedì 2 aprile, dal comandante della polizia stradale di Busto Arsizio Enrico Torresan agli studenti del liceo “Pantani” e dell’istituto professionale “Olga Fiorini”. La guida in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, infatti, è oggi in Italia la causa di circa il 30% degli incidenti mortali: in altre parole, su 15 persone che ogni giorno perdono la vita sulle strade, almeno 5 hanno abusato di alcool o assunto droghe.
Si tratta di numeri di fronte ai quali «nessuno può dire che sono affari propri, perché la guida da parte di persone ubriache o che hanno consumato sostanze coinvolge spesso anche chi non c’entra», ha chiarito il responsabile della Polstrada agli alunni delle classi quarte del liceo e del corso per operatore della moda, nonché agli allievi di quarta e quinta del corso per operatore grafico. E’ questo uno dei principali motivi per cui «il 99,9% di queste tragedie della strada potrebbe essere evitato». Anche senza arrivare al tragico epilogo del sinistro mortale, non bisogna inoltre sottovalutare i danni fisici permanenti di chi sopravvive all’incidente, come ha ricordato Torresan rivolgendosi agli studenti del liceo sportivo: «Un calciatore con una grave frattura alla gamba o una lesione agli organi interni deve dire addio allo sport».
Da qui la raccomandazione di evitare di mettersi alla guida non solo dopo aver bevuto, ma anche dopo l’assunzione di farmaci che contengono alcool se non addirittura sostanze stupefacenti o psicotrope. Un esempio è quello degli antistaminici, che creano sonnolenza e il cui uso è perciò solitamente prescritto alla sera. C’è comunque una differenza fondamentale tra l’alcool e la droga: mentre il primo, infatti, «se utilizzato come prescrive la natura non comporta effetti collaterali», gli stupefacenti sono invece «concepiti proprio per provocare un’alterazione della percezione della realtà».
Il numero uno della polizia stradale bustese ha quindi elencato le conseguenze per chi guida sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti: sospensione della patente da 3 mesi a 2 anni, con visite mediche periodiche per la conferma di validità, la confisca dell’automobile e anche la denuncia penale, per cui «si diventa pregiudicati».
Per chi invece assume una quantità minima di droghe per uso personale senza mettersi al volante scatta comunque «l’illecito amministrativo», come ha precisato il sovrintendente Emilio Trombin, dell’ufficio squadra volante. Ciò significa che può scattare il ritiro della patente, del porto d’armi e del passaporto, ma anche l’impossibilità di accedere in futuro a concorsi pubblici.
Quella del consumo di stupefacenti è una realtà che interessa da vicino anche Busto Arsizio, città nella quale, ha continuato Trombin, «la “canna” sta ormai diventano un fenomeno devastante, con lo spaccio in mano a extracomunitari senza il permesso di soggiorno». Ciò non significa che bisogna scaricare solo sugli spacciatori la responsabilità, perché «se non ci fosse la richiesta, non ci sarebbe neppure l’offerta», ha puntualizzato Dimitrio De Rosa, del commissariato bustese.
Dario Franchi, medico del 118 di Varese, ha invece illustrato gli effetti dei vari tipi di droghe, che «in ogni caso fanno male per la loro natura intrinseca, per le sostanze che contengono, per le conseguenze irreparabili che possono avere sull’organismo». Insomma, come ha richiamato Laura Donadello, infermiera del pronto intervento, «ci si può divertire anche senza ubriacarsi o assumere droghe: i ragazzi che dobbiamo soccorrere, oltre a star male all’inverosimile, in realtà non si sono neppure divertiti».
L’incontro di stamattina, organizzato dal docente di Diritto ed Economia Franco Colombo, rientra nel progetto provinciale «Prevenzione degli infortuni da traffico veicolare e incidenza dell’assunzione di alcool e droghe».

giovedì 26 marzo 2009

SPORT E DISABILITÀ, LEZIONE AL "PANTANI" SU UN MONDO TUTTO DA SCOPRIRE

«In Italia l’attività sportiva per i disabili inizia troppo tardi: la nostra nazionale era la più anziana presente a Pechino». A testimoniarlo è stato Roberto Bof, giornalista inviato speciale alle Paraolimpiadi del 2008, intervenuto questa mattina al Palayamamay, dove ha incontrato gli alunni delle classi seconde e terze.
Il telecronista ha seguito da vicino gli atleti del Varesotto che hanno gareggiato nelle squadre di ciclismo e canottaggio: una rappresentanza che «ha portato a casa oltre un terzo delle medaglie». Tra queste l’oro del ciclista Paolo Vigano nell’inseguimento e quello della formazione di canottaggio, un gruppo nato a Gavirate tra il 2002 e il 2003.
Queste e altre imprese compiute in Cina dagli agonisti diversamente abili sono stati raccontati da Bof anche attraverso alcune immagini degli eventi cui ha assistito. Le Paraolimpiadi, ha osservato, «sono il massimo che si può ottenere nell’ambito della pratica sportiva per disabili: dietro questi risultati c’è un mondo che vi invito non a farvi raccontare, ma a conoscere direttamente».
Questo il messaggio che il giornalista ha lanciato ai ragazzi, sottolineando l’importanza del volontariato, che «non significa sacrificare il tempo libero per gli altri: può essere magari l’accompagnare anche solo un amico a praticare la propria attività sportiva. Dire che si dona il tempo è una bella frase, ma in realtà si tratta semplicemente di rendersi utili. Così come nessuno vi dice che perdete tempo perché state al bar, allo stesso modo dovrebbe essere anche per il volontariato». E’ questo un modo per avvicinarsi a un mondo che spesso viene presentato dai mass-media con una visione distorta: ne è un esempio la vicenda di Oscar Pistorius, l’atleta disabile prima escluso e poi riabilitato a partecipare alle Olimpiadi di Pechino, dalle quali è rimasto comunque fuori per non aver realizzato il tempo necessario. Proprio la mancanza di questo requisito dimostra, secondo Bof, che si tratta di una polemica montata, anche perché «Pistorius non sarebbe stato il primo disabile alle Olimpiadi. Si è creato un caso per motivi commerciali: tant’è vero che il suo sponsor è la Nike. Ciò non toglie che sia una brava persona, estranea al carrozzone che è stato costruito intorno a lui».
E’ perciò importante conoscere da vicino un mondo nel quale, al di là del volontariato, può aprirsi anche una vasta gamma di prospettive di lavoro: il medico dello sport o il tecnico delle attrezzature, ma anche il giornalista che «racconta tutto lo sport» sono soltanto alcune delle potenziali professioni in questo ambito. L’ha sottolineato Linda Casalini, coordinatrice regionale del Comitato paraolimpico, che ha tracciato una breve storia dello sport per disabili, iniziato all’indomani della seconda guerra mondiale, con la riabilitazione dei numerosi militari mutilati, coinvolti in discipline di squadra. E’ più recente, invece, il passaggio dall’attività riabilitativa all’agonismo vero e proprio, con un’evoluzione molto rapida, negli ultimi anni, dello studio sulle attrezzature sportive.

La relatrice ha quindi delineato una panoramica del rapporto tra lo sport e i principali tipi di disabilità. A partire dalla più diffusa: quella motoria, che coinvolge in gran parte giovani tra i 20 e 30 anni, quasi tutti incidentati. Coloro che hanno subito un’amputazione, in particolare, hanno per la maggioranza perso un braccio o una gamba in un sinistro con la moto. Da qui l’appello di Linda Casalini agli studenti: «Le norme di sicurezza sono fondamentali: è importante rispettare le regole, soprattutto di buon senso». L’attività sportiva rappresenta quindi «una grande opportunità per riprendere la vita, che sembra si interrompa di fronte al dramma di una menomazione: invece si può ricominciare».
Per i disabili sensoriali, come i non vedenti, vengono invece proposti sport adattati, alcuni simili a quelli per i normodotati, altri diversi.
Fondamentale è inoltre lo sport per i disabili intellettivo-relazionali, che potranno partecipare per la prima volta a specifiche paraolimpiadi a Londra nel 2012, cominciando probabilmente dai down, la cui prestazione è più facile da valutare e che, comunque, possiedono spesso un buon quoziente intellettivo.
Tra i disabili intellettivo-relazionali rientrano inoltre parecchi giovani normodotati, che registrano «picchi di perdita della capacità cognitiva dovuti alla tossicodipendenza e soprattutto alle nuove droghe, che bruciano in modo irreversibile le cellule cerebrali», ha riferito Casalini, invitando gli studenti a «non fare uso di sostanze stupefacenti: i tossicodipendenti oggi non sono più solo gli “strafatti”, ma ragazzi che esagerano, bruciando le loro capacità cognitive».
Quella dello sport per disabili è una realtà viva nel Varesotto, dove sono attive ben 9 associazioni di volontariato che praticano quasi tutte le discipline riconosciute dal Comitato italiano paraolimpico (Cip), rappresentato stamattina dal presidente provinciale Oliviero Castiglioni. Parecchi atleti di queste società hanno gareggiato a Pechino, «raggiungendo ottimi risultati», mentre diversi di loro si stanno preparando per Londra 2012. Il responsabile dell’ente che rappresenta «lo specchio del Coni» nell’ambito della disabilità, nonché volontario della Pro Patria Polisportiva associazione disabili (Pad) di Busto Arsizio, ha colto l’occasione per invitare gli studenti del «Pantani» alla manifestazione in programma a Malpensafiere dal 30 aprile al 3 maggio. Qui potranno assistere a varie dimostrazioni di campioni disabili negli sport più diversi: dalla karate per ciechi al basket per i down, dal canottaggio al ping pong, fino al calcio balilla. Sarà anche possibile cimentarsi in una sfida con loro, ma senza farsi illusioni: «Sicuramente perderete voi».

lunedì 16 marzo 2009

L'EURODEPUTATO SPERONI IN CATTEDRA AL LICEO DELLO SPORT

«Il parlamento europeo non ha l’iniziativa legislativa: è una grossa lacuna, a mio giudizio». Questa l’opinione dell’eurodeputato Francesco Speroni, che ha incontrato questa mattina al Palayamamay gli studenti degli istituti superiori «Olga Fiorini» e del liceo dello Sport «Marco Pantani».
L’esponente della Lega Nord, presidente del consiglio comunale di Busto Arsizio, ha tenuto una lezione agli studenti che hanno visitato, lo scorso 2 febbraio, l’emiciclo di Strasburgo, dove il politico bustocco, membro del gruppo «Unione per l’Europa delle nazioni», siede ormai da 20 anni, fatta eccezione per una legislatura passata al Senato. E’ stato proprio Speroni a rendere possibile il viaggio compiuto nella città francese dagli alunni di quinta liceo e delle classi quarte e quinte dei corsi professionali per moda e grafica.
Sono gli stessi ragazzi ai quali ieri ha illustrato i tre pilastri su cui si regge l’edificio europeo: la Commissione, che rappresenta l’esecutivo dell’Ue, il Consiglio dei ministri dell’Unione europea e il Parlamento. Gli ultimi due condividono il potere legislativo, di solito attraverso una procedura di codecisione, mentre per alcune materie il ruolo del parlamento è soltanto consultivo. A questo riguardo, Speroni ha sottolineato come il trattato di Lisbona del 2007, non ancora in vigore, estenda a quasi tutte le materie la codecisione. A maggior ragione, ha quindi precisato l’eurodeputato, «non ha senso affermare, come si sente dire spesso, che l’Europa “impone”: l’Europa non impone niente, perché le decisioni sono frutto dell’accordo tra il parlamento eletto dai cittadini e il consiglio dei ministri che rappresenta i governi degli Stati».
Visto il forte limite dell’assemblea di Strasburgo, che non può proporre leggi, ha osservato Speroni, «potreste chiedermi che cosa ci faccio lì: la risposta è che qualcuno ci deve pur stare. Il movimento politico cui appartengo ha voluto finora che rimanessi in Europa, contando anche sulla mia esperienza, e io mi trovo bene in questo ruolo».
Il “prof” d’eccezione non si è quindi sottratto all’interrogativo sullo sperpero di risorse dettato dalla doppia sede di lavoro degli europarlamentari, la cui attività si svolge per la maggior parte a Bruxelles, dove si riuniscono le commissioni, mentre a Strasburgo si tengono soltanto le 12 sedute plenarie previste ogni anno. Si tratta di spese dovute non tanto ai deputati, come ha precisato Speroni, quanto ai «funzionari che si spostano», nonché ai «camion che trasportano materiale da una sede all’altra, con il conseguente inquinamento».
Il problema risale al trattato di Roma, che nel 1957 creò il mercato comune europeo, fissando la tripla sede delle istituzioni comunitarie a Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo. Finora la proposta di abolire quest’ultima ha sempre incontrato il deciso “no” della Francia. Speroni, dal canto suo, sarebbe più propenso a eliminare la sede di Bruxelles per puntare invece sul capoluogo alsaziano, che proprio per la sua storia di territorio conteso tra Francia e Germania è stato scelto come luogo di riunione dell’europarlamento.

lunedì 16 febbraio 2009

LA QUINTA LICEO AL CENTRO "MAPEI"

E’ stata un’occasione per verificare la propria forma fisica e le proprie capacità agonistiche quella offerta agli studenti di quinta liceo, che hanno fatto visita questa mattina al centro di valutazione funzionale Mapei di Castellanza.
Accompagnati dagli insegnanti Sara Ciapparella, coordinatrice del liceo dello Sport, e Maurizio Melocchi, i ragazzi hanno potuto conoscere a rotazione, ripartiti in tre gruppi, altrettanti laboratori, effettuando i relativi test di analisi biomeccanica del gesto sportivo, valutazione di V02 max (massimo consumo di ossigeno) e forza.
Si è trattato di un’esperienza che ha dunque permesso agli alunni di conoscere da vicino l’attività del centro che si occupa di analizzare e ottimizzare i fattori della prestazione atletica: attività che va di pari passo con la ricerca applicata in ambito sportivo e con la divulgazione di conoscenze scientifiche per il miglioramento dei risultati agonistici, ma soprattutto dello stato di salute e di efficienza fisica.
La visita ha così mostrato agli allievi anche una delle possibili prospettive professionali in ambito sportivo, rivelandosi in questo modo utile ai fini dell’orientamento verso la scelta universitaria dei ragazzi.