giovedì 2 aprile 2009

SICUREZZA AL VOLANTE, GLI STUDENTI INCONTRANO LA POLSTRADA E I PROFESSIONISTI DEL 118

«Non bisogna bere troppo non perché lo dice la legge, ma perché non si deve». Questo il monito lanciato stamattina, giovedì 2 aprile, dal comandante della polizia stradale di Busto Arsizio Enrico Torresan agli studenti del liceo “Pantani” e dell’istituto professionale “Olga Fiorini”. La guida in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, infatti, è oggi in Italia la causa di circa il 30% degli incidenti mortali: in altre parole, su 15 persone che ogni giorno perdono la vita sulle strade, almeno 5 hanno abusato di alcool o assunto droghe.
Si tratta di numeri di fronte ai quali «nessuno può dire che sono affari propri, perché la guida da parte di persone ubriache o che hanno consumato sostanze coinvolge spesso anche chi non c’entra», ha chiarito il responsabile della Polstrada agli alunni delle classi quarte del liceo e del corso per operatore della moda, nonché agli allievi di quarta e quinta del corso per operatore grafico. E’ questo uno dei principali motivi per cui «il 99,9% di queste tragedie della strada potrebbe essere evitato». Anche senza arrivare al tragico epilogo del sinistro mortale, non bisogna inoltre sottovalutare i danni fisici permanenti di chi sopravvive all’incidente, come ha ricordato Torresan rivolgendosi agli studenti del liceo sportivo: «Un calciatore con una grave frattura alla gamba o una lesione agli organi interni deve dire addio allo sport».
Da qui la raccomandazione di evitare di mettersi alla guida non solo dopo aver bevuto, ma anche dopo l’assunzione di farmaci che contengono alcool se non addirittura sostanze stupefacenti o psicotrope. Un esempio è quello degli antistaminici, che creano sonnolenza e il cui uso è perciò solitamente prescritto alla sera. C’è comunque una differenza fondamentale tra l’alcool e la droga: mentre il primo, infatti, «se utilizzato come prescrive la natura non comporta effetti collaterali», gli stupefacenti sono invece «concepiti proprio per provocare un’alterazione della percezione della realtà».
Il numero uno della polizia stradale bustese ha quindi elencato le conseguenze per chi guida sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti: sospensione della patente da 3 mesi a 2 anni, con visite mediche periodiche per la conferma di validità, la confisca dell’automobile e anche la denuncia penale, per cui «si diventa pregiudicati».
Per chi invece assume una quantità minima di droghe per uso personale senza mettersi al volante scatta comunque «l’illecito amministrativo», come ha precisato il sovrintendente Emilio Trombin, dell’ufficio squadra volante. Ciò significa che può scattare il ritiro della patente, del porto d’armi e del passaporto, ma anche l’impossibilità di accedere in futuro a concorsi pubblici.
Quella del consumo di stupefacenti è una realtà che interessa da vicino anche Busto Arsizio, città nella quale, ha continuato Trombin, «la “canna” sta ormai diventano un fenomeno devastante, con lo spaccio in mano a extracomunitari senza il permesso di soggiorno». Ciò non significa che bisogna scaricare solo sugli spacciatori la responsabilità, perché «se non ci fosse la richiesta, non ci sarebbe neppure l’offerta», ha puntualizzato Dimitrio De Rosa, del commissariato bustese.
Dario Franchi, medico del 118 di Varese, ha invece illustrato gli effetti dei vari tipi di droghe, che «in ogni caso fanno male per la loro natura intrinseca, per le sostanze che contengono, per le conseguenze irreparabili che possono avere sull’organismo». Insomma, come ha richiamato Laura Donadello, infermiera del pronto intervento, «ci si può divertire anche senza ubriacarsi o assumere droghe: i ragazzi che dobbiamo soccorrere, oltre a star male all’inverosimile, in realtà non si sono neppure divertiti».
L’incontro di stamattina, organizzato dal docente di Diritto ed Economia Franco Colombo, rientra nel progetto provinciale «Prevenzione degli infortuni da traffico veicolare e incidenza dell’assunzione di alcool e droghe».

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