Il direttore Mauro Ghisellini, il dirigente scolastico Rosario Vadalà, i coordinatori del liceo Sara Ciapparella e Luigi Iannotta, gli insegnanti e l'intero personale dell'istituto "Olga Fiorini" augurano un buon Natale e un sereno 2010 a tutti gli studenti e alle loro famiglie.
mercoledì 22 dicembre 2010
martedì 21 dicembre 2010
ANDREA FIMIANI E STEFANO BONGARZONE CAMPIONI ITALIANI DI FOOTBALL AMERICANO
Le finali del campionato, che si sono disputate a Bresso (Mi), hanno visto dominare la squadra gorlese, che ha battuto il titolato team di Parma Panthers per 38 a 12 e poi la Legio XIII di Roma per 58 a 13, grazie anche alle prestazioni maiuscole da parte di entrambi gli allievi del nostro istituto, che aggiungono questo nuovo successo a quello dello scorso settembre, quando avevano vinto il bronzo ai campionati europei di flag football con la maglia della Nazionale italiana.
A Stefano e Andrea le congratulazioni di tutti gli insegnanti e dei compagni di scuola.
mercoledì 1 dicembre 2010
ALESSIA MARCHETTO VINCE IL CONCORSO "LO SPORT E' SALUTE, LO SPORT E' VITA"
La cerimonia di premiazione si terrà in occasione di un “meeting” in programma il 2, 3, 4 e 6 dicembre nei comuni di Pietradefusi e Venticano: quatto giorni durante i quali gli studenti vincitori provenienti da tutta l’Italia potranno confrontarsi su temi come l’ambiente, la legaltà, la solidarietà e lo sport, con la partecipazione di autorevoli testimoni del nostro tempo.
Leggi e, se vuoi, commenta il tema di Alessia:
“LO SPORT E' SALUTE, LO SPORT E' VITA”
Il mio rapporto con lo sport ha avuto inizio da quando frequentavo l'asilo, prima con il nuoto e poi
con la ginnastica ritmica, una disciplina alquanto dura e faticosa.
L'atleta nelle sue esecuzioni deve seguire e rispettare il ritmo ed essere espressivo.
Un esercizio per essere armonico deve avere continuità d'azione e variazione di velocità.
Per praticare la ginnastica ritmica sono indispensabili buone doti di coordinazione, concentrazione e flessibilità per eseguire spaccate e ponti e buona potenza muscolare per eseguire i salti; queste caratteristiche si mantengono e si migliorano con l'allenamento costante.
L'esercizio è costituito da una serie di movimenti coreografici e da difficoltà, costruiti su un accompagnamento musicale senza parole, e non può durare più di un minuto e trenta se eseguito individualmente e due minuti e trenta se eseguito a squadra. Inoltre l'esercizio viene eseguito su una pedana di moquettes delimitata da una riga rossa, dalla quale non bisogna uscire, della misura di tredici metri per lato.
La ritmica viene spesso confusa con l'artistica ma sono discipline completamente differenti.
Nell'artistica si usano le parallele, il cavallo, gli anelli e si eseguono esercizi di volteggio e al corpo
libero. Ginnasti famosi sono Yuri Chechi, Igor Cassina e Vanessa Ferrari.
Nella ritmica, sport che pratico io, l'esercizio può essere effettuato con uno dei cinque attrezzi (cerchio, palla, fune, nastro, clavette) oppure a corpo libero, ma fino ad una certa età.
La mia ginnasta preferita è Anna Bessonova, ucraina, ma solo chi pratica o segue questo sport la conosce perché la ritmica non viene trasmessa in televisione e in pochi sanno che la Nazionale
Italiana (le farfalle) è campione del mondo.
Nonostante questo ho un buon rapporto con lo sport che pratico. Mi alleno cinque ore al giorno per tutta la settimana e la domenica gareggio anche su pedane di alto livello, internazionali ed europee, ma non mi pesa: ai sacrifici e alle rinunce sono abituata.
Faccio parte della nazionale individualista, sono stata convocata per la prima volta nel 2006
dopo essere stata notata al Campionato Nazionale dove mi ero classificata terza.
Da allora partecipo agli allenamenti collegiali. Al mio primo allenamento ho conosciuto molte ginnaste anche più grandi di me ma ho conosciuto anche Camilla, persona molto speciale con la quale ho un bel rapporto e ci vogliamo bene nonostante sia la mia diretta rivale.
Con lei ed altre due ragazze, Federica ed Andreea, dopo molti test, ho condiviso la partecipazione
ai 24° Europei di Ginnastica Ritmica svoltisi a Torino nel giugno 2008.
Andreea, per un cavillo burocratico dell'ultimo minuto, non ha potuto partecipare: così io ho gareggiato con l'esercizio alla fune (che doveva fare lei) e l'esercizio alla palla, Camilla ha fatto il cerchio e Federica il nastro. Nonostante l'intoppo ci siamo classificate settime.
E' stata un'esperienza indescrivibile, emozionante, unica che non scorderò mai, un buon inizio per
aspirare alle Olimpiadi.
La mia disciplina non è dispendiosa come l'equitazione o il golf: è definita infatti lo “sport dei poveri”; inoltre non abbiamo tanti sponsor come il calcio perchè per noi sono più importanti il divertimento e le emozioni rispetto alle scommesse e ai soldi che ricevono i giocatori.
Lo sport è una buona lezione di vita, io ho avuto da sempre regole da seguire e da rispettare e le sconfitte, anche se scoraggianti, aiutano a crescere e a far diventare più forti e determinati e insegnano a superare gli ostacoli difficili. Mi hanno insegnato ad avere rispetto per gli avversari, essere agonista/rivale durante la gara, ma a mantenere buoni rapporti dopo la competizione.
Il mio problema principale è conciliare lo sport con la scuola: molte volte dormo poco per ottenere buoni voti, ma grazie alla mia costanza e al mio grande impegno, ho una buona media anche se a volte mi addormento sui libri.
Lo sport è sudore, è un impegno costante da mantenere e mi fa porre degli obiettivi sempre più alti che mi danno la voglia di andare avanti e, se si fa sport a livello agonistico, non viene in mente e non hai il tempo di prendere una brutta strada con cattive abitudini, la droga o di rovinarti con l'alcol come molti ragazzi di oggi, perché ci si concentra sulla disciplina.
Per fortuna oggi i bambini piccoli hanno già un primo impatto con lo sport e molti sono gli anziani
che si mantengono in forma e in movimento, mentre i giovani che non lo praticano rischiano molto spesso di raggiungere l'obesità, perché stanno ore ed ore davanti alla televisione o alla play station mangiando continuamente.
In conclusione, lo sport per me è un bel vizio: una volta che si inizia non si riuscirà mai a smettere perché ti dà emozioni e soddisfazioni che nient'altro ti darà e te le ricorderai per tutta la vita.
Purtroppo quest'anno ho dovuto rinunciare alla gara più importante, gli Italiani Assoluti, ma Camilla ha saputo consolarmi: mi ha detto che senza di me la gara non è stata la stessa cosa della volta scorsa.
Mi sono infortunata al perone, ho sofferto e sto soffrendo ancora, ma l'infortunio per un atleta può sempre capitare e non sarà di certo questo a fermare la mia forte determinazione e presto sarò pronta a gareggiare più forte che mai.
martedì 30 novembre 2010
FEDERICO NUCCIO AI CAMPIONATI ITALIANI DI SCHERMA
martedì 23 novembre 2010
APRE A BUSTO ARSIZIO IL PRIMO LICEO DELLA MODA IN ITALIA
Il nuovo liceo della Moda e Design, nella città che è stata la Manchester d’Italia, si colloca all’interno del curriculum ministeriale delle Scienze umane, uno dei sei indirizzi in cui è stata riordinata l’istruzione liceale. In questo modo, come spiega la signora Olga Fiorini, fondatrice e anima dell’istituto, «si risponde alle esigenze del mercato, che richiede non solo competenze tecniche e professionali, ma anche apertura culturale e capacità creative»: si tratta di promuovere, in altre parole, la cosiddetta “cultura della moda”. Grazie all’autonomia scolastica, nel piano di studi, che non prevede il latino, sono state inserite le materie opzionali: disegno di moda, con lo scopo di progettare collezioni sia di capi d’abbigliamento sia di accessori, fashion design, storia della moda e del costume, marketing e sociologia della moda, tecnologia dei materiali-modellistica integrata e laboratorio cad di grafica-design. Non mancheranno visite ad atelier e aziende, incontri con stilisti, imprenditori e altri personaggi legati al mondo della moda, oltre all’alternanza tra scuola e lavoro.
L’apprendimento delle discipline del settore si coniugherà con quello delle materie umanistiche, i cui programmi saranno adattati alle esigenze di chi sceglie questo percorso scolastico, mirato a sviluppare, osserva ancora la signora Olga, «abilità progettuali e sensibilità culturale, potenziando la capacità di interpretare in maniera globale la realtà del mondo di oggi». Una preparazione che consentirà l’accesso a qualsiasi università, in particolare alle facoltà dell’area sociale e umanistica.Accanto al percorso della moda, il liceo delle Scienze umane, che sarà presentato in occasione degli Open day di sabato 27 novembre e sabato 15 gennaio dalle 14.30 alle 18, manterrà l’indirizzo dello spettacolo, ormai collaudato. Anche in questo caso, niente latino e spazio alle materie del settore: teatro e recitazione, musica e canto moderno, danza ed espressività corporea. Sono inoltre previste lezioni tenute da professionisti e artisti qualificati: sono intervenuti, tra gli altri, Luca Marino, bustocco finalista a Sanremo Giovani, e Jacopo Sarno, volto italiano di Disney Channel, nei cui studi gli alunni hanno poi partecipato alle registrazioni del programma “Sketch Up”. La visita a realtà legate allo spettacolo e la presenza a importanti rappresentazioni, come il musical “Mammia Mia” cui i ragazzi assisteranno a Milano, rientrano infatti nella proposta formativa, comprendente anche inglese e spagnolo. Si punta così, sottolinea il coordinatore Luigi Iannotta, «non tanto a formare professionisti, quanto a sviluppare abilità spendibili nei vari campi, tra cui quello artistico, nei quali gli studenti vorranno lavorare»: abilità di cui gli alunni danno prova nel corso di un saggio a fine anno.
giovedì 21 ottobre 2010
«IL LICEO "PANTANI" E' UN'ECCELLENZA DELLA NOSTRA CITTA'»: GRAZIE, SIGNOR SINDACO!
Il primo cittadino bustocco ha indossato per l’occasione una maglia gialla, proprio in omaggio al Pirata, cui è intolata la nostra scuola e che, ha continuato Farioli, «mi ha fatto sognare per tanti anni: è stato protagonista di imprese epiche, prima di essere dimenticato proprio da chi aveva sfruttato il suo nome».
Il sindaco è grande appassionato di ciclismo, «uno sport popolare che è stato ingiustamente al centro di mille polemiche». Anche per questo ha espresso la sua «nostalgia e rammarico per non aver potuto essere uno studente del “Pantani”», il cui progetto formativo prevede appunto gli incontri con i campioni dello sport. Tra loro Pozzato, che per il primo cittadino è la dimostrazione di come «il sacrificio, l’impegno e lo spessore umano facciano la differenza».
«IL CICLISMO E' UNO SPORT DI SQUADRA»: PAROLA DI FILIPPO POZZATO
La presenza di un gruppo all’altezza, ha sottolineato il campione del team Katusha arrivato quarto ai mondiali del mese scorso in Australia, «è indispensabile soprattutto nelle tre grandi corse a tappe: il Giro, il Tour, la Vuelta». Ma lo spirito di squadra è qualcosa che va ben oltre i semplici corridori che indossano la stessa maglia: coinvolge uno staff ben più ampio, in cui ha un ruolo fondamentale il team manager: ruolo rivestito, nel caso della società per cui pedala Pozzato, da Roberto Damiani, intervenuto al Palayamamay insieme al corridore per spiegare la sua funzione di «coordinatore della squadra, che intrattiene un rapporto di reciproca stima con gli atleti, dalla preparazione fino alla corsa: soprattutto durante la gara ci si sente veramente una squadra, perché si cerca di coinvolgere tutti i corridori nel raggiungimento di uno stesso obiettivo».
Per il team Katusha era presente anche Massimo Besnati, medico sportivo: un compito che, ha precisato, consiste «non solo nel curare la forma fisica, ma anche nel garantire le leggi che regolano la pratica sportiva». Da questo punto di vista, ha chiarito Besnati, «la legislazione italiana è una delle più avanzate nella tutela della salute dell’atleta: è tra le migliori in Europa». Anzi, come ha aggiunto Damiani, proprio il ciclismo, più volte travolto dalle polemiche sul doping, «è lo sport che garantisce la maggior trasparenza, con gli atleti che devono sempre essere disponibili al controllo del sangue e delle urine e che devono dichiarare ogni loro spostamento». Così, se i corridori cedono addirittura una percentuale dei loro premi per i controlli anti-doping, un’altra proposta vorrebbe che destinassero a questo scopo anche l’1% dello stipendio: «Non lo ritengo giusto, ma se può servire alla credibilità di questo sport, ben venga». Del resto, «mai come in questo momento il ciclismo è stato sotto controllo: non abbiamo più una vita personale libera, ma l’importante è che la gente capisca. Faccio questo sacrificio anche per le generazioni future». Un sacrificio che, d’altra parte, è ben ripagato dalla soddisfazione delle vittorie: «Nei due o tre secondi in cui ti rendi conto che stai vincendo provi un’emozione che non riesci a esprimere», ha risposto il corridore vicentino a Gianluca Modesti, studente della classe V B nonché giovane promessa delle due ruote, così come la sua compagna di scuola Arianna Coltro, di V A, pure intervenuta nel corso del dialogo con il campione, insieme al quale si sono fatti entrambi immortalare (nella foto sotto).
In ogni caso, non è il ciclismo lo sport con più casi di doping: casi che «nel 90% riguardano cicloamatori o mediofondisti, non atleti di alto livello», ha spiegato ancora Damiani.
E Pantani, ha voluto chiarire a questo riguardo Pozzato, non è morto di doping: è morto, invece, perché «gli è mancato qualcuno che gli fosse umanamente vicino: forse è stato considerato troppo solo come atleta e poco come uomo». Così il corridore ha voluto ricordare il Pirata, cui è intitolato il nostro liceo.
Insomma, come ha spiegato la coordinatrice del liceo sportivo Sara Ciapparella, quella di oggi è stata un’occasione per «conoscere le gioie e i dolori che questa professione comporta e per conoscere non solo l’esperienza di un atleta, ma anche quella dei tecnici che lavorano nel suo staff e che ci permettono di capire meglio le dinamiche che regolano la pratica sportiva a livello professionistico».
Non è mancato all’incontro un tifoso del ciclismo d’eccezione: il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli. Il primo cittadino ha portato i suoi saluti agli studenti, confessando la sua stima all’atleta ospite: «Qualche settimana fa ero tra coloro che speravano nel primo posto di Pozzato al mondiale».
mercoledì 20 ottobre 2010
OPEN DAY SABATO 27 NOVEMBRE E SABATO 15 GENNAIO
Si potrà così conoscere la particolare proposta didattica del liceo dello Sport, il cui obiettivo è quello di rispondere alle particolari esigenze degli allievi che praticano attività agonistica, spesso ad alto livello, ma anche di tutto coloro che amano lo sport, aiutandoli a conciliare l’impegno scolastico con quello atletico e permettendo loro di conseguire la maturità scientifica.
Sarà inoltre illustrato il progetto formativo del liceo delle Scienze umane, con le sue due opzioni, esclusive del nostro istituto: quella dello Spettacolo, rivolta ai ragazzi che presentano particolari attitudini e interessi per la musica, la danza e il teatro, ma anche per tutte le attività legate all’espressività corporea, e quella della Moda-Design, studiata per tutti coloro che desiderano lavorare in questo campo, senza rinunciare a una valida formazione umanistica. Sia il liceo dello Sport sia quello delle Scienze umane non prevedono il latino, sostituito dalle materie d'indirizzo.
La Scuola aperta di sabato pomeriggio nell’istituto di via Varzi permetterà inoltre di conoscere l’offerta formativa dell’Istituto tecnico a indirizzo tecnologico, con i suoi due percorsi: quello del Sistema Moda e quello della Grafica e Comunicazione. Verrà anche presentata la scuola professionale che permette di conseguire la qualifica di Operatore dell’abbigliamento.
Nella sede di piazza Gallarini sarà invece possibile ricevere tutte le informazioni sui corsi professionali che consentono di ottenere il titolo di Tecnico della Comunicazione audio-video oppure di Operatore del benessere - trattamenti estetici.
Allo scopo di poter organizzare al meglio l’accoglienza, è gradita una telefonata di prenotazione alla segreteria didattica (0331-624318).
mercoledì 15 settembre 2010
IL "PANTANI" MODELLO PER I LICEI SPORTIVI ITALIANI
L’equipe tecnica ha il compito di «armonizzare la sperimentazione dell’indirizzo sportivo con i criteri di revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei»: così si legge nel decreto firmato da Giuseppe Cosentino, capo del dipartimento per l’Istruzione. In questo senso si rivelerà senza dubbio utile il contributo sia di Ghisellini, che potrà portare come esempio l’esperienza del liceo bustocco, sia di Manuela Di Centa, campionessa olimpionica di sci di fondo e ora deputata per il Popolo della Libertà, che partecipa alle riunioni del gruppo di lavoro in viale Trastevere. E’ stata la parlamentare, infatti, a chiedere di inserire l’indirizzo sportivo all’interno della Riforma, collocandolo nel quadro dei licei europei.
Lo scopo della commissione presieduta dall’ispettore Luciano Favini punta proprio a salvaguardare la peculiarità di questo curriculum scolastico, il cui obiettivo è quello di rispondere alle esigenze degli studenti che praticano attività agonistica, spesso ad alto livello, ma anche di tutti i ragazzi che amano lo sport, aiutandoli a conciliare la scuola con l’impegno atletico. E’ quindi un percorso mirato, che comprende l’educazione alla pratica delle diverse discipline sportive, attraverso lezioni tenute da specialisti. Si spiega così l’assenza del latino, sostituito dalle materie d’indirizzo: agli studenti del “Pantani” vengono perciò proposte numerose ore settimanali di educazione fisica e attività motoria, insieme ad altre discipline caratteristiche, tra le quali diritto e legislazione sportiva, accanto a psicologia dello sport.
Il modello del liceo bustocco di via Varzi offre insomma un’importante base di lavoro ai componenti della commissione, in modo da poter tutelare, come spiega Ghisellini, «la validità e qualità di questa particolare offerta formativa, che permettendo agli studenti di coniugare scuola e sport garantisce una preparazione a tutti gli effetti liceale, senza costringere i ragazzi a rinunciare al loro impegno atletico. Impegno valorizzato da questo indirizzo scolastico, che il ministro ha voluto mantenere all’interno della Riforma». Tant’è vero che nella riorganizzazione del liceo sportivo è ora coinvolto anche il Coni, rappresentato dal dirigente Maurizio Romano.
L’equipe incaricata di definire le finalità di questo percorso liceale dovrà anche costruire un piano studi in sintonia con la commissione incaricata di elaborare le indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia, del primo ciclo e dei licei.
lunedì 13 settembre 2010
BUON ANNO SCOLASTICO!
venerdì 16 luglio 2010
GIORGIO GIUDICI, UNO STUDENTE DA CENTO
A Giorgino, così come ama farsi chiamare, le congratulazioni dei compagni di classe, che hanno tutti superato l'esame di maturità, degli insegnanti, del preside Rosario Vadalà, del direttore Mauro Ghisellini e di tutto il personale dell'istituto.
giovedì 3 giugno 2010
JACOPO SARNO AGLI STUDENTI: "IL SUCCESSO E' VIVERE DI CIO' CHE SI AMA"
Attore, cantante, doppiatore, il giovane artista milanese, 20 anni, molto noto come volto di Disney Channel e per aver interpretato a teatro il protagonista di “High School Musical”, è l’esempio di chi è riuscito a trasformare in una professione quello che sin da piccolo era per lui un gioco. «La prima volta che mi sono trovato davanti a una telecamera ho iniziato a ridere», ha infatti raccontato Jacopo, che da bambino, mentre frequentava anche la scuola di musica sotto casa, aveva iniziato per caso a partecipare ad alcuni spot pubblicitari con gli amici di mamma: «Mi divertivo a fare i provini: a volte andavano bene, altre no, ma per me era un gioco».
A 6 anni è stata poi la volta del cortometraggio “Il soffitto”, per il quale è stato premiato come miglior interprete al festival del cinema di Messina, e delle sit-com, che «mi hanno insegnato molto». E gli hanno svelato che il «segreto per poter recitare è trovare dentro di sé quella chiave che fa scaturire le emozioni».
Arriva, però, un’età in cui il gioco si fa serio, perché «intorno agli 11 anni, quando non hai più la voce di prima e sei cambiato anche fisicamente, ti rendi conto che per fare il lavoro che sogni devi studiare». Jacopo ha così iniziato a frequentare vari corsi di recitazione, dizione e musical.
Se il suo inizio artistico è stato dunque all’insegna della recitazione, visto che ha «sempre sognato di fare l’attore», Sarno non ha mai mancato di coltivare la passione per la musica, che «è sempre stato un gioco: per me scrivere canzoni è un po’ come scrivere un diario, è una necessità, perché è il mio modo di esprimermi». In altre parole, è la vita di Jacopo, che lo scorso anno ha pubblicato il suo primo album, “1989”: «Non so se ne uscirà un secondo, ma sicuramente non smetterò di scrivere canzoni: piuttosto le faccio ascoltare alla nonna, alla quale piace sempre sentirmi cantare».
Fu proprio lì che venne notato da due grandi manager della Emi, che gli proposero di realizzare un album, tentando con due diversi produttori, i quali non mandarono in porto il progetto. Nel frattempo, era svanito anche il sogno della partecipazione a un altro musical.
L'opportunità decisiva gli fu quindi offerta da Disney Channel, che lo chiamò per una puntata di “Fiore e Tinelli” e per la serie “Quelli dell’intervallo”. Da lì «hanno deciso di investire su di me»: ed è così arrivato il contratto con Disney Records per il disco. Nel frattempo, Jacopo ha partecipato ai provini per “High School Musical”: il giovane interprete è piaciuto a Saverio Marconi, fondatore e regista della Compagnia della Rancia, che ovviamente ha ottenuto subito il benestare della Disney.
E’ questa la dimostrazione che, «se credi nel tuo lavoro, la situazione si ribalta a tuo favore, anche se questo mestiere è una faticaccia». Lo sa bene Jacopo, che con High School Musical ha girato l’Italia per un totale di 261 repliche, con una media di 8 spettacoli a settimana. Nel frattempo, è riuscito a diplomarsi al liceo classico e a iniziare l’università, dove studia filosofia: del resto, «se qualcosa ti piace, il tempo lo trovi: e, quando non avevo più tempo, ho trovato il modo di studiare alcune materie senza dover sempre riprendere in mano i libri».
Nei mesi scorsi Jacopo ha inoltre vissuto «l’emozione pazzesca» di aprire i concerti dei Jonas Brothers in Italia: «Quando ho sentito l’urlo della gente che li aspettava, ho capito di aver raggiunto qualcosa di veramente importante». Un urlo che, «sentito sotto il palco, fa veramente paura, ma quando poi sali è più facile: fai il tuo lavoro come l’hai sempre fatto».
Quello di Jacopo, cui la notorietà non ha dato per niente alla testa, è dunque un curriculum caratterizzato da «tanta gavetta, che è la cosa più importante per costruire un percorso valido: è fondamentale mettercela tutta e studiare». Un percorso nel quale non sono mancate le frustrazioni, che danno comunque «la forza di raggiungere un obiettivo». Per questo non bisogna lasciarsi abbagliare dalle illusioni dei talent-show, dove «si sente sempre parlare di sogni: io preferisco la metafora del viaggio, perché quando sogni devi avere la coscienza di quello che fai. Quando incidi un disco non è detto che diventi ricco e famoso: la fama è qualcosa di totalmente passeggero». Soprattutto nel contesto attuale, in cui «spesso un artista dura un anno e poi è finito, perché se si scarica illegalmente la musica invece di comprarla, non c’è più il giro di denaro per fare i dischi: li fa chi ha già i soldi».
D’altra parte, «ogni mestiere comporta degli obiettivi per cui uno deve lottare: obiettivi che devi essere capace anche di cambiare o aggirare perché non è detto che tutto vada sempre bene». Per affrontare le difficoltà e «raggiungere la felicità» Jacopo trova un punto di riferimento sia nel suo credo cattolico sia nell’approfondimento della filosofia, in particolare di quella socratica e orientale: nel buddismo, per esempio, «la parola “ostacolo” letta al contrario significa opportunità: se insegui delle buone cause, avrai un buon raccolto». Insomma, bisogna essere capaci di vedere i problemi un po’ come «il rovescio di un ricamo: se guardi dall’altra parte, scopri un disegno davvero bello».
Da qui la conclusione: «Non sei importante quando sei famoso: la tua importanza si misura sull’importanza che ti danno le persone che ti amano».
La scuola è stata quindi felice di poter consegnare a Jacopo una donazione per un’associazione di volontariato che gli sta molto a cuore: Change onlus, organizzazione di medici che operano gratuitamente in Madagascar, ma anche nella Repubblica Dominicana e ad Haiti, a favore delle popolazioni bisognose. Chi vuole informarsi e contribuire a quest’opera umanitaria può consultare il sito internet www.change-onlus.org. Rispondiamo inoltre all’invito di Jacopo a far conoscere l’attività dell’associazione anche attraverso Facebook: basta collegarsi alla pagina
http://www.facebook.com/pages/CHANGE-Onlus/295607938975, selezionando le voci “Mi piace” e “Condividi”.
mercoledì 19 maggio 2010
DEBUTTO SUL PALCOSCENICO PER GLI STUDENTI DEL LABORATORIO TEATRALE
Lo spettacolo è ambientato in un possibile futuro nel quale, per volontà popolare, i libri sono stati banditi ed è stato creato un corpo di vigili del fuoco che hanno come compito quello di bruciare tutti i volumi in circolazione e di deportare gli incauti possessori. La messinscena si avvale di una scenografia essenziale, fatta di torri di libri e di un barile, che rievoca i falò. Gli attori, Davide Bordin, Giovanni Cabiola, Samantha Gaspari, Sara Giovinazzi, Federico Siragusa, Francesco Spensatello, tutti alla prima esperienza, hanno dato buona prova di sé, interpretando con convinzione e precisione i personaggi loro affidati.
Lo spettacolo ha riscosso un certo successo ricevendo i complimenti del pubblico, costituito per lo più dagli studenti delle altre scuole impegnate nelle rappresentazioni, e anche quelli degli organizzatori. Non è mancato, al termine del pomeriggio, un buffet offerto dalla Fondazione ai ragazzi.
Lo spettacolo andrà nuovamente in scena il 30 maggio in seno alla rassegna “Assicurarsi ai sedili”, patrocinata dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano e dall’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo), nella sezione dedicata alle scuole. La manifestazione, che avrà come teatro il Parco dei Fontanili a Rho, con ingresso da via San Martino, prenderà il via alle 14.30 e si concluderà alla sera con un momento conviviale, caratterizzato da un buffet e dalla rappresentazione di una compagnia di professionisti, entrambi offerti dall’organizzazione. Sono ovviamente invitati tutti gli studenti dell'istituto insieme alle loro famiglie.
martedì 18 maggio 2010
PALLAVOLO FEMMINILE, LE RAGAZZE DEL "PANTANI" CAMPIONESSE PROVINCIALI
giovedì 15 aprile 2010
GIOVANNI SCAMPINI VINCE CON IL MILAN LA COPPA ITALIA PRIMAVERA
Per il diciottenne centrocampista del "Pantani" è stata la seconda partita disputata sul campo del “Meazza”: senza dubbio una grande soddisfazione per lui e per i compagni di squadra poter calpestare l'erba di questo tempio del calcio. E, soporattutto, realizzare il sogno di aggiudicarsi per la seconda volta, dopo 25 anni, il trofeo che nel 1985 fu alzato dai giovanissimi Paolo Maldini e Alessandro Costacurta, nonché dall'allora diciassettenne Giovanni Stroppa, che ha adesso riconquistato la Coppa nelle vesti di allenatore del vivaio.
Peccato solo per l’infortunio muscolare che ha costretto Scampini a uscire al 40’: nulla di grave per il numero 10, già convocato anche in prima squadra e al quale non si può che augurare una brillante carriera.
giovedì 1 aprile 2010
BUONA PASQUA
giovedì 25 marzo 2010
IL CAMPIONE DI APNEA GENONI PRESENTA LA SUA FICTION AL "PANTANI"
Si tratta, insomma, di una storia che alterna «pezzi di vita normalissima a imprese subacque», ha commentato Emilio Bottini, uno dei responsabili del Baff. La serie permette inoltre di ammirare i «fondali molto belli» del Mar Rosso, come ha osservato Genoni, sottolineando il contrasto con «la sporcizia esterna: a maggio partiremo per pulire e mantenere in ordine questo posto così bello, rovinato purtroppo dalla maleducazione delle persone».
Genoni non ha mancato di raccontare ai ragazzi il percorso che l’ha portato a esplorare gli abissi, dopo aver praticato nuoto agonistico fino ai 20 anni, quando ha iniziato a immergersi in piscina per «una sfida con gli amici, per vedere chi riuscisse a stare sott’acqua di più». E’ così che ha deciso di dedicarsi all’apnea, segnando nel 1996 il suo primo record mondiale in assetto variabile, scendendo fino a 106 metri con un peso di 130 chili per poi risalire con le pinne e a forza di braccia. Un primato segnato proprio a Siracusa, la stessa città di un altro grande apneista italiano, Enzo Maiorca. L’atleta si è poi soffermato sulle caratteristiche fisiche che favoriscono l’apnea, come una buona capacità polmonare e una bassa frequenza cardiaca: nel caso di Genoni, 40 battiti al minuto a riposo. Doti che permettono al bustocco di riuscire a rimanere sott’acqua senza respirare per ben 18 minuti, tempo con il quale ha realizzato il suo record di apnea statica in ossigeno.Quanto ai tanti mesi di allenamento per riuscire a mettere a segno un primato, «la preparazione è molto lunga, ma è indispensabile per riuscire a fare tutto in sicurezza», ha puntualizzato lo sportivo, che è accompagnato nelle sue discese in mare da una squadra di sommozzatori e che ha deciso di lasciare l’immersione «no limits» dopo un incidente che l’ha visto svenire sul fondale: si tratta, fra l’altro, di una specialità nella quale «anche altri atleti si sono infortunati».
Genoni ha provato perfino a immergersi a Cervinia a 60 metri sotto il ghiaccio a un’altezza di oltre 3mila nonché in un lago sull’Everest, a più di 5mila metri d’altezza, dove non è riuscito a resistere in apnea oltre i 2 minuti «per l’acqua fredda e la carenza di ossigeno». Segno che è «impossibile fare sport sopra i 5mila metri, dove bisogna soltanto cercare di sopravvivere».
lunedì 22 marzo 2010
JOBEY THOMAS: "LO SPORT RIEMPIE LA VITA"
Quello tra il campione americano e gli alunni del triennio liceale è stato un dialogo vivace, che ha visto l’atleta di A1 alternare l’inglese all’italiano, di cui peraltro ha un’ottima padronanza, permettendo così ai ragazzi di mettere alla prova la loro conoscenza della lingua straniera. Lingua nella quale hanno posto alcune domande all’ala della Cimberio, squadra dove il giocatore è approdato lo scorso settembre dopo una stagione all’Olimpia Milano. La sua esperienza, del resto, è molto simile a quella di tanti allievi del “Pantani”, molti dei quali si allenano a ritmo serrato: proprio come Thomas, che negli anni in cui frequentava l’high school nel North Carolina aveva conseguito ottimi risultati sportivi, grazie ai quali si era meritato una borsa di studio per l’università. La stessa università dove gli piacerebbe tornare in futuro come allenatore nella squadra in cui ha giocato: è proprio quello di “coach”, infatti, il ruolo che l’atleta immagina per sé al termine della carriera agonistica, che desidera concludere in Italia, dove ormai gioca da sette anni.
Come tutti i giovani cestisti americani, anche Jobey sognava di entrare nell’Nba, dove anche dopo l’inizio della sua avventura in Italia, cominciata a Imola nel 2003, aveva provato a inserirsi in diverse squadre, ma «nessuna mi ha garantito un contratto: ho perciò deciso di rimanere in Europa». Tra le partite più belle che porta nel cuore quella vinta lo scorso anno, con i colori milanesi dell’Armani Jeans, contro il colosso del Cska Mosca.
L’incontro con Thomas si è inoltre rivelato una preziosa occasione per mettere a confronto gli stili di vita italiano e americano: quest’ultimo, a detta dell’atleta, molto più frenetico. L’Italia ha invece «una mentalità diversa», più attenta alle relazioni umane: «Qua la gente sta sempre insieme». Un modo di vivere che il campione ha fatto proprio, pur venendo da un Paese come gli Stati Uniti, dove «molti sono convinti che il proprio stile di vita sia il migliore». Da qui l’invito agli studenti a «trascorrere un periodo, anche breve, all’estero, magari cogliendo qualche opportunità offerta dallo sport, per allargare gli orizzonti».
La coordinatrice del liceo Sara Ciapparella non ha infine mancato di rivolgere, a nome di tutti gli studenti, gli auguri di buon compleanno a Thomas, che festeggerà 30 anni proprio mercoledì 24 marzo.
SLALOM GIGANTE E SUPER G: LUCA LANFRANCHI DUE VOLTE CAMPIONE
Quella per lo sci è una passione che l’alunno del “Pantani” coltiva da quando aveva 3 anni: «E’ stato subito emozionante», racconta Luca, che fin da piccolo ha sempre amato la montagna, dove «passavo moltissimo tempo: estate, inverno, ogni volta che i miei genitori erano liberi da impegni, si trascorrevano giornate tra i monti. Forse è per questo che ho deciso di praticare uno sport che senza montagna e senza tutto ciò che è la montagna non esisterebbe: lo sci».
Con il passare del tempo, continua lo studente, «dopo sette anni che praticavo questo sport, decisi di farlo diventare il mio primo sport, iscrivendomi a una squadra agonistica di un paese vicino a Varese: lo “Sci club Malnate”». Da quel momento in poi «le uscite aumentavano e così anche gli impegni, ma per me non era un peso e non lo è tuttora».
E’ ormai da otto anni che Luca e gli sci sono inseparabili, ma per la giovane promessa dello sport ogni discesa è come se fosse la prima: sì, perché «l’emozione di portare un attrezzo a velocità elevate, mentre scivola sulla neve tra panorami e scenari mozzafiato, e la sensazione di sentirsi libero da tutto e da tutti mentre ti sembra di volare, quelle ci sono ancora».
Nel video che segue, Luca in allenamento.
venerdì 19 marzo 2010
IL LICEO DELLO SPORT PROMOSSO A PIENI VOTI DALLA RIFORMA GELMINI
Il decreto approvato in via definitiva dal governo Berlusconi lo scorso febbraio, infatti, mantiene inalterata la struttura del liceo scientifico sportivo, il cui obiettivo è quello di rispondere alle esigenze degli studenti che praticano attività agonistica, spesso ad alto livello, ma anche di tutti i ragazzi che amano lo sport, aiutandoli a conciliare l’impegno scolastico con quello atletico. Si tratta di un percorso mirato, che comprende l’educazione alla pratica delle diverse discipline sportive, attraverso lezioni tenute da specialisti. Si spiega così l’assenza del latino, sostituito dalle materie d’indirizzo: agli studenti vengono perciò proposte numerose ore settimanali di educazione fisica e attività motoria, insieme ad altre discipline caratteristiche, tra le quali diritto e legislazione sportiva, ma anche psicologia dello sport. Il curriculum specifico del “Pantani” si integra in questo modo con l’aspetto scientifico e quello umanistico, caratteristici di ogni liceo.
Il fatto che il Ministero abbia tutelato le sezioni sportive è una dimostrazione, come osserva il direttore dell’istituto Mauro Ghisellini, della «validità e qualità della nostra offerta formativa, che permettendo di conciliare scuola e sport garantisce una preparazione a tutti gli effetti liceale, senza costringere i ragazzi a rinunciare al loro impegno atletico. Impegno che viene anzi valorizzato attraverso l’attività didattica e inserito nel contesto di una formazione globale e armonica della persona».
Accanto all’indirizzo sportivo, il “Pantani” manterrà inoltre il liceo dello Spettacolo, che grazie alla riforma arricchirà la proposta didattica, trasformandosi il prossimo settembre in un liceo delle Scienze umane. Un percorso anche in questo caso senza il latino, rimpiazzato da materie come teatro e recitazione, musica e canto moderno, danza ed espressività corporea: non mancheranno perciò lezioni tenute da professionisti qualificati, che lavorano a vario titolo nel mondo dello spettacolo. Questa impostazione permetterà così ai ragazzi di “imparare divertendosi”, attraverso attività che molti di loro praticano anche al di fuori della scuola. Non vengono infine trascurate le lingue straniere, la cui conoscenza è sempre più indispensabile nell’ambito dello spettacolo: proprio per questo, con la riorganizzazione del piano di studi, all’inglese si aggiungerà lo spagnolo.
lunedì 15 febbraio 2010
MICHELA CASTOLDI AI REGIONALI: SENZA RIVALI LE SCIATRICI DEL "PANTANI"
Michela Castoldi (al centro nella foto a sinistra), alunna della classe I A, ha così conquistato l’oro nella categoria allieve impiegando un tempo di 32” e 98, con 30 centesimi di vantaggio sulla seconda classificata: un risultato che le è valso la promozione alla fase regionale.
E’ stata sempre una studentessa del nostro liceo ad aggiudicarsi il primo posto nella competizione juniores, vinta da Anna Bortolotti (nella foto sotto), di III B, con 34” e 31, lasciando dietro di sé un distacco di ben 6” e 42.
Accompagnati dall’insegnante di educazione fisica Sergio Della Valle e dal docente di scienze Massimiliano Guzzetti, i ragazzi hanno affrontato anche la gara di snowboard, nella quale la prestazione più brillante è stata quella offerta da altri due alunni di II A, che hanno concluso entrambi al sesto posto nelle rispettive categorie: Elia Bertoni, per gli allievi, con un tempo di 57” e 95, e Gianluca Albonico, tra gli atleti juniores, con 56” e 49.
giovedì 11 febbraio 2010
CORDOBA AGLI STUDENTI: "L'INTER MI HA PERMESSO DI DARE IL MASSIMO"
Il calciatore colombiano ha ripercorso la sua storia, iniziata sui campetti di periferia, quando collezionava le figurine dei grandi del calcio, tra i quali Giuseppe Meazza: «Mai avrei immaginato di giocare un giorno nello stadio a lui intitolato». L’arrivo nella squadra milanese ha rappresentato per l’atleta la realizzazione di un grande sogno, al punto che «mi sentivo addosso una grande responsabilità, nei confronti non solo di me stesso, ma anche dei miei connazionali e di tutti coloro che mi avevano spinto fino a quel punto».
Con grande semplicità e umiltà, Cordoba ha risposto a tutte le domande dei ragazzi, curiosi anche di sapere quale sia l’emozione provata nel vincere il derby contro il Milan. Una sfida che, ha spiegato il difensore, «affronti non tanta voglia, entusiasmo e concentrazione: vuoi entrare in campo per mangiare l’erba, perché vincere il derby è sempre qualcosa di speciale».
Presentato dalla professoressa Sara Ciapparella, coordinatrice del liceo sportivo, l’atleta della formazione campione d'Italia non si è neppure sottratto alle provocazioni degli studenti sugli ingaggi milionari ai quali i calciatori sarebbero più legati che alla maglia. Un rimprovero che non si può certo rivolgere a Cordoba: i suoi 10 anni in nerazzurro sono certamente il segno di un affetto per la società, l’Inter, che «per me è stata e continua a essere un’esperienza davvero speciale: non so se in un’altra squadra sarebbe stato lo stesso». In questo senso gli è stato d’esempio il capitano, Javier Zanetti, tra i nerazzurri dal 1995, che «ha 36 anni e gioca ancora come un ragazzino». D’altra parte, ha continuato, «l’attaccamento alla maglia significa rispetto e fedeltà verso chi ti ha dato la possibilità di star bene da un punto di vista professionale e di godere anche di un certo benessere economico». Un benessere che, peraltro, Cordoba non riserva esclusivamente a sé stesso, come dimostra la fondazione «Colombia, te quiere ver», che lo vede impegnato nell’aiuto ai bambini suoi connazionali e di cui ha illustrato l’attività ai ragazzi.
Il giocatore più forte con cui si è confrontato? Ronaldo, il calciatore «più fantastico e spettacolare», che «ho incontrato sia come avversario sia come compagno», ma anche Shevchenko. La debacle del 5 maggio 2002? Ormai «è acqua passata». E la Champions? «Prima o poi arriverà: abbiamo tutte le possibilità per fare bene, perché se i calciatori sono in forma, ce la possiamo giocare», ha sospirato Cordoba in risposta alla domanda di un tifoso interista d’eccezione che ha dialogato con lui ieri davanti agli studenti: Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, che ha definito il difensore nerazzurro «una persona straordinaria nella sua semplicità, ricca di messaggi positivi per i giovani». L’esponente della giunta lombarda ha inoltre svelato una propria esperienza da calciatore “mancato”, narrata anche nel suo libro “La forza del cambiamento” (Edizioni Guerini e Associati, Milano, 2000). Da ragazzo, infatti, aveva effettuato un provino all’Inter come portiere, ma senza successo. Una delusione sperimentata anche da Cordoba: anche lui era stato scartato da una formazione del suo Paese, ma non si arrese e fu poi notato da un’altra squadra. Segno, ha aggiunto Cordoba, che «non dovete mai mollare, ma perseguire con tenacia i vostri obiettivi, senza arrendervi alle difficoltà».
E’ proprio questo, del resto, il messaggio che anche Cattaneo, dal 1995 nello staff del presidente della Lombardia Roberto Formigoni, ha voluto lanciare ai ragazzi, proprio a partire dall’esperienza di Cordoba: la storia del calciatore, infatti, dimostra che «a rendere la persona capace di realizzare i propri desideri non sono le condizioni che trova, ma quanto crede in sé stesso e nel sogno che vuole inseguire, senza evadere dalla realtà: auguro lo stesso anche a voi».
L’assessore ha quindi illustrato, anche in risposta alle domande dei ragazzi, alcuni importanti opere avviate dalla Regione, come la nuova autostrada Pedemontana, di cui è stato appena inaugurato il cantiere, e gli interventi in programma per l’Expo 2015.